L'itinerario, che si connota come “sentiero agricolo”, si snoda alle pendici del versante meno conosciuto del Monte Somma, quello orientale, conducendo il visitatore alla scoperta delle tipiche produzioni agricole vesuviane.
Il tracciato attraversa subito un ambiente rurale largamente parcellizzato e diversificato: sul lato sinistro pregiati alberi da frutto, tra cui il fico, l'albicocco, il ciliegio ed il pruno, mentre sul lato destro si riconoscono vigneti, noccioleti e qualche castagno. La sorprendente fertilità delle pendici del Somma-Vesuvio, nota sin dai tempi dell'antica Pompei, permette la coltivazione dei vitigni caprettone, falanghina, aglianico, greco, per 'e palummo e il coda di volpe, che tanto piaceva a Plinio il Vecchio.
Tra i vini, il più celebre è senz'altro il Lacrhyma Christi, sul cui singolare nome si raccontano molte leggende: la più nota vuole che Dio, riconoscendo nel Golfo di Napoli un lembo di cieló strappato da Lucifero durante la caduta verso gli inferi, abbia pianto e le sue lacrime, piombate sul vulcano partenopeo, hanno originato le viti da cui il noto vino si produce.
Tra gli ortaggi padroneggiano i tipici pomodorini vesuviani, la cui conservazione tradizionale è in "piennoli" (ovvero "pendoli"): i grappoli vengono raccolti ed intrecciati a grappolo, ed appesi. Il valore naturalistico del sentiero non è da meno, la campagna ospita una ricca comunità di uccelli. In estate, ad esempio, si nutre nei frutteti il meraviglioso rigogolo, dal brillante piumaggio giallo e nero.
Il percorso procede in dolce salita, sullo sfondo si ammirano i Cognoli di Ottaviano e di Levante e più dietro le pendici orientali del Vesuvio. Ad entrambi i bivi posti lungo il tragitto è necessario mantenere la sinistra.
Sul secondo bivio si erge un bellissimo esemplare di roverella (Quercus pubescens), che quasi accoglie l'escursionista nel passaggio dalla fruttuosa campagna alla selvaggia vegetazione naturale. Alle essenze agricole si associano sempre più elementi naturali, fino a raggiungerei tenendosi a destra all'ultimo bivio, un integrale bosco di latifoglie, largamente dominato dalle roverelle. Gli uccelli tipici della campagna lasciano il posto a quelli silvestri, come il picchio rosso maggiore, il picchio verde, il rampichino ed il picchio muratore.
Al bosco segue una pineta di pino domestico, che costituisce il punto d’arrivo dell'itinerario. Prima di riprendere il cammino in senso inverso ci si può inerpicare attraverso il tracciato di destra, che si addentra in un bel castagneto, ma che, in primavera-estate diviene piuttosto angusto per l'intricata vegetazione erbaceo-arbustiva.


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