Il Vesuvio è uno dei vulcani più studiati e conosciuti del mondo. Simbolo della città di Napoli con la sua sagoma inconfondibile, ha una tipica forma tronco-conica il cui punto più alto raggiunge i 1.277 m s.l.m.. Il cratere ha attualmente un diametro di 450 m ed una profondità di 300 m.

Il complesso Vulcanico Somma-Vesuvio

Il Vesuvio è un tipico esempio di vulcano a recinto costituito da un cono esterno tronco, Monte Somma, con cinta craterica in gran parte demolita entro la quale si trova un cono più piccolo rappresentato dal Vesuvio, separati da un avvallamento denominato Valle del Gigante, parte dell'antica caldera, dove in seguito, presumibilmente durante l'eruzione del 79 d.C., si formò il Gran Cono o Vesuvio.

La Valle del Gigante è suddivisa a sua volta in Atrio del Cavallo ad ovest e Valle dell'Inferno ad est. Il recinto del Somma è ben conservato per tutta la sua parte settentrionale, infatti è stato nei tempi storici meno esposto alla furia devastatrice del vulcano, perché riparato dall’altezza della parete interna che ha impedito il deflusso di lave sulle sue pendici.

I pendii, variamente degradanti, sono solcati da profondi valloni radiali prodotti dall’erosione delle acque meteoriche. Le sue pareti dalla parte del cono si presentano a picco. Tutta la sezione è poi disseminata di spuntoni e dicchi di roccia vulcanica scura. Il vecchio orlo craterico è un susseguirsi di cime dette cognoli. Mentre l’altezza del Somma ed il suo profilo si sono conservati uguali nei secoli, l’altezza ed il profilo del Vesuvio hanno subito variazioni notevoli, a causa delle successive eruzioni, con innalzamenti ed abbassamenti.

Il Vesuvio è un caratteristico vulcano poligenico e misto, ossia costituito da lave di composizione chimica diversa (ad esempio trachiti, tefriti, leucititi) e formato sia da colate di lava sia da depositi piroclastici. Tutte le zone alle pendici della montagna sono da considerarsi formate da terreni trasportati da lave di fango che scendono dagli scoscesi pendii nelle stagioni piovose attraverso profondi e stretti valloni detti alvei o più comunemente lagni. Gli alti argini sono formati da cumuli di scorie laviche, che precipitati allo stato incandescente e dilagati verso le basse pendici, si rivelano ora a causa del loro materiale fertile, ricco di silicio e potassio, preziosi per la vegetazione.