Dal 1997 8.482 ettari di territorio intorno al Vesuvio entrano a far parte della Riserva Mab Unesco per la compresenza di aspetti naturalisti, geologici, vulcanologi e archeologici di eccezionale importanza storica.

Ente Parco Nazionale del Vesuvio

Sin dalla sua istituzione, l'Ente Parco si è fatto promotore di molteplici attività di diffusione culturale che tendono ad insinuare soprattutto nelle giovani generazioni un senso di appartenenza al proprio territorio e di comprensione della propria storia.

La conservazione della diversità naturale e culturale è garantita da norme e regolamenti a livello locale, nazionale e comunitario che provengono dalla coesistenza, in un territorio relativamente poco ampio, di diversi vincoli ambientali (all’interno dell’area protetta sono infatti comprese una Riserva Naturale di Protezione, un’area wilderness, due Siti di Importanza Comunitaria ed una Zona di Protezione Speciale nell’ambito della Rete Natura 2000).

Il Parco Nazionale del Vesuvio nasce ufficialmente il 5 giugno 1995.

Viene istituito al fine di conservare le specie animali e vegetali, le associazioni vegetali e forestali, le singolarità geologiche, le formazioni paleontologiche, le comunità biologiche, i biotopi, i valori scenici e panoramici, i processi naturali, gli equilibri idraulici e idrogeologici, gli equilibri ecologici del territorio vesuviano.

Le finalità comprendono anche l’applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare una integrazione tra uomo e ambiente naturale, mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali; alla promozione di attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica, anche interdisciplinare, nonché di attività ricreative compatibili; alla difesa e ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici.

Nel caso del Parco Nazionale del Vesuvio i compiti e le valenze si fanno decisamente più ampie tenendo in conto il fatto che si tratta di dover difendere e valorizzare il vulcano più famoso del mondo, ma, nel contempo, anche uno dei cinque vulcani più pericolosi al mondo per la fortissima conurbazione urbana che negli anni si è andata formando intorno ad esso.

Il Parco Nazionale del Vesuvio rappresenta quindi un’anomalia nel panorama dei Parchi naturali europei, una sorta di scommessa dell’ambientalismo mondiale tesa a recuperare la selvaticità e il fascino del Vesuvio e del Monte Somma, strappandolo all’incredibile degrado cui era pervenuto e restituendolo al godimento delle attuali e future generazioni, a cui, in ultima analisi, appartiene.

Dal punto di vista naturalistico il territorio del Parco si presenta particolarmente ricco e interessante. Sotto il profilo mineralogico è celebre per essere uno dei territori più ricchi di minerali del pianeta. Sotto il profilo vegetazionale e floristico la ricchezza trofica dei suoli lavici ne fa una delle aree più ricche di specie in rapporto alla ridotta estensione.

Sono note ben 906 specie vegetali per il complesso vulcanico Somma-Vesuvio, tra queste figurano la Betulla, l’Ontano napoletano, l’Elicriso litoreo, la Valeriana rossa, oltre venti specie di orchidee, molte piante della macchia mediterranea. Anche la fauna è particolarmente ricca sia tra gli invertebrati, numerose ad esempio le farfalle diurne, presenti con 44 specie, che tra i vertebrati, con la nidificazione, tra l’altro, di Poiana, Sparviere, Gheppio, Pellegrino, Corvo imperiale, e la presenza di Volpe, Faina, Lepre, Coniglio selvatico e Topo quercino.

La ricchezza dei suoli lavici fa del Somma-Vesuvio, come per gli altri vulcani in genere, una terra ricchissima per l’agricoltura, con la coltivazione di varietà che acquistano caratteristiche organolettiche uniche. E’ il caso dell’albicocca vesuviana, presente con numerose varietà colturali, delle ciliegie, dell’uva, da cui si ricava il vino DOC Lacryma Christi e l’uva da tavola “catalanesca”, dei pomodorini del pizzo. Nell'area sono stati catalogati oltre 230 minerali differenti ed è possibile osservare i depositi di diverse eruzioni storiche e le forme generate dall'azione degli agenti esogeni sulle originarie coltri piroclastiche. Questi depositi sono poi stati lentamente colonizzati dalla vegetazione: si osserva quindi una successione dei tipi di vegetazione che operano questo tipo di colonizzazione, a partire dal primo anello della catena, un lichene, lo Stereocaulon vesuvianum. Le aree circostanti al piede del vulcano sono state popolate da sempre per la fertilità delle vulcaniti, ricche di potassio.

Il Parco occupa una superfice di 8.482 ettari e interessa il territorio di 13 Comuni: Ercolano, Torre del Greco, Trecase, Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno, San Giuseppe Vesuviano, Sant'Anastasia, Ottaviano, Somma Vesuviana, Pollena Trocchia, Massa di Somma, San Sebastiano al Vesuvio.

Da qui la propensione dell’Ente a collaborare con Istituzioni che a vario titolo insistono sul territorio, per istaurare sinergie utili a garantire la conservazione della biodiversità coniugata con uno sviluppo sociale ed economico sostenibile e durevole.

La sede dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio

Dal 2003 il Palazzo Mediceo di Ottaviano è sede del Parco Nazionale del Vesuvio.
La splendida residenza medicea è un simbolo di legalità, trattandosi di un bene sottratto alla camorra e restituito ai cittadini. Il Castello è stato acquistato nel 1567 da Don Bernadetto de Medici dopo aver ospitato personaggi illustri come papa Gregorio VII nel 1084, Fabrizio Maramaldo nel 1532 e Cesare Gonzaga nel 1551.