Storia, cultura e tradizioni

l’Ente Parco si fa promotore non solo di iniziative volte a conservare il patrimonio culturale ed ambientale, ma anche di strategie di intervento capaci di restituire a questi luoghi la loro memoria storica e lo stretto rapporto uomo-natura, individuando siti dove poter vivere un’emozione continua, un’esperienza unica da affiancare ai classici itinerari turistici.

Archivio fotografico Parco Nazionale del Vesuvio

Feste e canti del Vesuvio

Tammurriate, fronne 'e limone, canti 'a ffigliola sono alcune tra le forme più importanti della musica di tradizione orale della Campania e dell'area vesuviana.
Il Vesuvio con la sua forza magica e minacciosa è l'epicentro di un territorio in cui queste forme musicali nascono e si espandono verso tutta la regione nelle varianti in cui vengono studiate da etnomusicologi e ricercatori. Attraverso queste forme, da sempre, in occasione delle feste religiose legate ai cicli delle stagioni, le comunità si ritrovano per riaffermare i loro legami sociali.

Nonostante le trasformazioni degli ultimi decenni, queste manifestazioni mantengono nei paesi dell'area vesuviana una forza e una vitalità altrove scomparse.
Il tradizionale sistema economico legato all'agricoltura e ai suoi cicli ormai si mescola con un'economia più complessa e con un sistema di diffusione culturale che sottopone queste realtà a continue interferenze e trasformazioni. Eppure l'intensità con cui alcuni appuntamenti rituali sono sentiti e vissuti, provoca nello spettatore che vi partecipa dall'esterno uno stupore e una fascinazione particolare… a volte inquietante, altre commovente, ma sempre ricca di suggestioni.

Le feste descritte di seguito sono quelle più rappresentative per la valenza etno-antropologica e per la partecipazione popolare.

 

Madonna dell'Arco

La Madonna dell'Arco, la cui festa si svolge a Sant'Anastasia il lunedì in Albis, occupa nel panorama del culto mariano in Campania un posto di primo piano per la grande e numerosa partecipazione devozionale.
La particolarità e la popolarità della festa è legata soprattutto a coloro che ne sono i protagonisti a tutti gli effetti: i fujenti (quelli che corrono). Essi sono organizzati in associazioni e giungono al santuario in gruppi (paranze) da tutta la provincia napoletana, vestiti con la loro tipica divisa bianca con fasce azzurre e rosse, trasportando i toselli, caratteristiche costruzioni votive di legno e cartapesta.
Le musiche legate alla festa sono marce bandistiche e tammurriate.
Da segnalare le numerose tavolette ex-voto raccolte nel museo del santuario, che connotano il forte contesto miracolistico del culto.

 

I Quattro Altari

La festa “dei Quattro Altari” è la più importante ricorrenza di Torre del Greco. Si svolge a giugno otto giorni dopo il Corpus Domini e celebra il “riscatto baronale” della cittadina vesuviana avvenuto nel 1699.

Il momento fondamentale della festa è la preparazione degli altari, realizzata da pittori, scultori, architetti, che, come da tradizione, sono collocati in numero di quattro in quattro piazze della città: largo del Carmine, largo San Giuseppe, Marina della città e piazza Santa Croce. Gli altari rappresentano temi sacri ("misteri"), i "tappeti", che li completano, sono realizzati con segatura e colori in polvere e costituiscono la ricca scenografia di contorno. La festa dura tre giorni, è animata dalla sfilata del carro sacro, da spettacoli di musica leggera, da tammurriate e si conclude con i tradizionali “fuochi a mare”.

 

Festa delle Lucerne

La festa delle Lucerne si svolge, ogni quattro anni agli inizi di agosto. È legata al culto della Madonna della Neve ma ha origini molto più antiche riconducibili ai riti di fertilità che celebravano la fine dell'estate. Si svolge nel borgo murato del Casamale di Somma Vesuviana i cui vicoli vengono illuminati da migliaia di lucerne a olio disposte su telai di legno (cupole) di diversa forma geometrica e di grandezza degradante con uno specchio che, disposto in fondo, ne moltiplica all'infinito la disposizione.

L'intero borgo è poi abbellito con pergolati di rami, felci, carta colorata, zucche svuotate e illuminate dall'interno da una lucerna e tableaux vivant di vita contadina. La Festa delle Lucerne si svolge senza musiche. L'unico momento musicale, carico di suggestione, è quello che accompagna la processione di Santa Maria della Neve, la sera del 5 agosto, quando un canto, intonato da un coro di sole donne, proveniente dai balconi e dalle terrazze, annuncia il passaggio della Madonna.

Somma Vesuviana, nell'ambito dell'area vesuviana, è senza dubbio uno dei centri più importanti dal punto di vista dei rituali folklorici. La ragione particolare è riconducibile al culto della Madonna di Castello che deriverebbe da quello molto più antico della "montagna di fuoco".
Alla Madonna di Castello è dedicata la festa (detta anche "della montagna") che si svolge dal sabato in Albis (sabato dei fuochi) al 3 maggio (tre della Croce) intorno all'omonimo Santuario costruito verso la fine del 1400 e situato lì dove sorgeva un castello normanno.

Il giorno d'inizio della festa, sui fianchi della montagna e intorno al santuario, vengono accesi grandi falò notturni che danno l'impressione della lava che scorre, quasi a volerne esorcizzare la paura. Nei giorni successivi vi sono continui pellegrinaggi di fedeli provenienti dai paesi vicini ma i protagonisti della festa sono senza dubbio le diverse paranze (dello Gnundo, del Ciglio, etc.) che trascorrono la giornata preparando banchetti, falò e omaggiano la Madonna "Pacchiana" con il ricco repertorio di canti e balli tradizionali (fronne, canti a ffigliola, tammurriate). Particolare è l'usanza che si pratica l'ultimo giorno della festa, la preparazione della "pertica", un ramo di castagno addobbato con fiori, frutti e cibi che viene offerto alla propria donna intonando "canti a ffigliola".

 

San Michele Arcangelo

San Michele Arcangelo è il santo patrono della città di Ottaviano ed è a lui dedicata la festa che si tiene nei primi giorni di maggio. L'8 maggio è il giorno più importante della festa; ha inizio all'alba con la cosiddetta “diana”, ovvero una lunga serie di fuochi pirotecnici "a terra" che partendo dai diversi quartieri portano alla Chiesa di San Michele, mentre la popolazione (grandi e bambini) segue correndo il percorso dei botti. Dopo la "diana" si celebra la Messa cui segue una processione accompagnata da bande musicali.

Il momento culminante della giornata è il "Volo degli angeli": un bambino e una bambina vestiti da angeli, con ali ed elmi, vengono sospesi in alto con un sistema di funi azionato da carrucole (carruocciolo) e, muovendosi sopra al pubblico, intonano un antichissimo inno all'Arcangelo accompagnati dalla banda. Il volo si ripete quattro volte nelle principali piazze del centro storico. Il 10 maggio si svolge il "Palio degli asini", una tradizionale fiera di bestiame, che si conclude con la corsa degli asinelli e lo spettacolo finale dei fuochi sotto il Monte Somma. Le giornate celebrative del Santo Patrono sono accompagnate da concerti di musica classica, bandistici e di musica leggera.